La Bibbia

Genesi 18

Genesi

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Capitolo 19

1


 

  I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.  

 

 

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2


 

  E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza».  

 

 

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3


 

  Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono.  

 

 

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4


 

  Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo.  

 

 

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5


 

  Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!».  

 

 

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6


 

  Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé,  

 

 

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7


 

  disse: «No, fratelli miei, non fate del male!  

 

 

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8


 

  Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto».  

 

 

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9


 

  Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta.  

 

 

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10


 

  Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero il battente;  

 

 

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11


 

  quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta.  

 

 

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12


 

  Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo.  

 

 

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13


 

  Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli».  

 

 

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14


 

  Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ma parve ai suoi generi che egli volesse scherzare.  

 

 

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15


 

  Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città».  

 

 

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16


 

  Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.  

 

 

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17


 

  Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!».  

 

 

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18


 

  Ma Lot gli disse: «No, mio Signore!  

 

 

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19


 

  Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia.  

 

 

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20


 

  Vedi questa città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù - non è una piccola cosa? - e così la mia vita sarà salva».  

 

 

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21


 

  Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato.  

 

 

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22


 

  Presto, fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Zoar.  

 

 

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23


 

  Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar,  

 

 

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24


 

  quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore.  

 

 

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25


 

  Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.  

 

 

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26


 

  Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.  

 

 

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27


 

  Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore;  

 

 

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28


 

  contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.  

 

 

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29


 

  Così, quando Dio distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.  

 

 

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30


 

  Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie.  

 

 

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31


 

  Ora la maggiore disse alla più piccola: «Il nostro padre è vecchio e non c'è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l'uso di tutta la terra.  

 

 

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32


 

  Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre».  

 

 

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33


 

  Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò.  

 

 

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34


 

  All'indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e và tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da nostro padre».  

 

 

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35


 

  Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò.  

 

 

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36


 

  Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre.  

 

 

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37


 

  La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi.  

 

 

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38


 

  Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi.  

 

 

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Genesi 20

 

 

 

 

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