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Genesi 30

Genesi

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Capitolo 31

1


 

  Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatta tutta questa fortuna».  

 

 

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2


 

  Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era più verso di lui come prima.  

 

 

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3


 

  Il Signore disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te».  

 

 

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4


 

  Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il suo gregge  

 

 

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5


 

  e disse loro: «Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato con me.  

 

 

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6


 

  Voi stesse sapete che io ho servito vostro padre con tutte le forze,  

 

 

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7


 

  mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male.  

 

 

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8


 

  Se egli diceva: Le bestie punteggiate saranno il tuo salario, tutto il gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: Le bestie striate saranno il tuo salario, allora tutto il gregge figliava bestie striate.  

 

 

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9


 

  Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me.  

 

 

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10


 

  Una volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati, punteggiati e chiazzati.  

 

 

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11


 

  L'angelo di Dio mi disse in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi.  

 

 

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12


 

  Riprese: Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano ti fa.  

 

 

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13


 

  Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e torna nella tua patria!».  

 

 

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14


 

  Rachele e Lia gli risposero: «Abbiamo forse ancora una parte o una eredità nella casa di nostro padre?  

 

 

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15


 

  Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal momento che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro danaro?  

 

 

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16


 

  Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e dei nostri figli. Ora fà pure quanto Dio ti ha detto».  

 

 

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17


 

  Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli  

 

 

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18


 

  e condusse via tutto il bestiame e tutti gli averi che si era acquistati, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram, per ritornare da Isacco, suo padre, nel paese di Canaan.  

 

 

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19


 

  Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre.  

 

 

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20


 

  Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non avvertendolo che stava per fuggire;  

 

 

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21


 

  così poté andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò il fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.  

 

 

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22


 

  Al terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito.  

 

 

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23


 

  Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette giorni di cammino e lo raggiunse sulle montagne di Gàlaad.  

 

 

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24


 

  Ma Dio venne da Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse: «Bada di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!».  

 

 

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25


 

  Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad.  

 

 

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26


 

  Disse allora Làbano a Giacobbe: «Che hai fatto? Hai eluso la mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra!  

 

 

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27


 

  Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato con festa e con canti, a suon di timpani e di cetre!  

 

 

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28


 

  E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo hai agito in modo insensato.  

 

 

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29


 

  Sarebbe in mio potere di farti del male, ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa: Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!  

 

 

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30


 

  Certo, sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo padre; ma perché mi hai rubato i miei dei?».  

 

 

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31


 

  Giacobbe rispose a Làbano e disse: «Perché avevo paura e pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue figlie.  

 

 

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32


 

  Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dei, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti riscontra quanto vi può essere di tuo presso di me e prendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele.  

 

 

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33


 

  Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di Lia e nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed entrò nella tenda di Rachele.  

 

 

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34


 

  Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li trovò.  

 

 

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35


 

  Essa parlò al padre: «Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne». Làbano cercò dunque il tutta la tenda e non trovò gli idoli.  

 

 

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36


 

  Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse: «Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato, perché ti sia messo a inseguirmi?  

 

 

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37


 

  Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che hai trovato di tutte le robe di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti e siano essi giudici tra noi due.  

 

 

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38


 

  Vent'anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato.  

 

 

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39


 

  Nessuna bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e tu reclamavi da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò che veniva rubato di notte.  

 

 

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40


 

  Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo e il sonno fuggiva dai miei occhi.  

 

 

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41


 

  Vent'anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario dieci volte.  

 

 

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42


 

  Se non fosse stato con me il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro».  

 

 

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43


 

  Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: «Queste figlie sono mie figlie e questi figli sono miei figli; questo bestiame è il mio bestiame e quanto tu vedi è mio. E che potrei fare oggi a queste mie figlie o ai figli che esse hanno messi al mondo?  

 

 

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44


 

  Ebbene, vieni, concludiamo un'alleanza io e te e ci sia un testimonio tra me e te».  

 

 

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45


 

  Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.  

 

 

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46


 

  Poi disse ai suoi parenti: «Raccogliete pietre», e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là su quel mucchio.  

 

 

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47


 

  Làbano lo chiamò Iegar-Saaduta, mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed.  

 

 

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48


 

  Làbano disse: «Questo mucchio sia oggi un testimonio tra me e te» per questo lo chiamò Gal-Ed  

 

 

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49


 

  e anche Mizpa, perché disse: «Il Signore starà di vedetta tra me e te, quando noi non ci vedremo più l'un l'altro.  

 

 

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50


 

  Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le mie figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà testimonio tra me e te».  

 

 

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51


 

  Soggiunse Làbano a Giacobbe: «Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretta tra me e te.  

 

 

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52


 

  Questo mucchio è testimonio e questa stele è testimonio che io giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte per fare il male.  

 

 

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53


 

  Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi». Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco.  

 

 

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54


 

  Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte sulle montagne.  

 

 

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Genesi 32

 

 

 

 

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