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Giudici 15

Giudici

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Capitolo 16

1


 

  Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e andò da lei.  

 

 

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2


 

  Fu detto a quelli di Gaza: «E' venuto Sansone». Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti, dicendo: «Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo».  

 

 

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3


 

  Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che guarda in direzione di Ebron.  

 

 

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4


 

  In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila.  

 

 

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5


 

  Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: «Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento».  

 

 

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6


 

  Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami: da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?».  

 

 

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7


 

  Sansone le rispose: «Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».  

 

 

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8


 

  Allora i capi dei Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche, ed essa lo legò con esse.  

 

 

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9


 

  L'agguato era teso in una camera interna. Essa gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli spezzò le corde come si spezza un fil di stoppa, quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto.  

 

 

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10


 

  Poi Dalila disse a Sansone: «Ecco tu ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare».  

 

 

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11


 

  Le rispose: «Se mi si legasse con funi nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».  

 

 

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12


 

  Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». L'agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.  

 

 

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13


 

  Poi Dalila disse a Sansone: «Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare». Le rispose: «Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell'ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».  

 

 

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14


 

  Essa dunque lo fece addormentare, tessè le sette trecce della sua testa nell'ordito e le fissò con il pettine, poi gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l'ordito.  

 

 

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15


 

  Allora essa gli disse: «Come puoi dirmi: Ti amo, mentre il tuo cuore non è con me? Gia tre volte ti sei burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così grande».  

 

 

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16


 

  Ora poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato fino alla morte  

 

 

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17


 

  e le aprì tutto il cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».  

 

 

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18


 

  Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i capi dei Filistei e fece dir loro: «Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il cuore». Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro.  

 

 

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19


 

  Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli cominciò a infiacchirsi e la sua forza si ritirò da lui.  

 

 

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20


 

  Allora essa gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: «Io ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.  

 

 

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21


 

  I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione.  

 

 

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22


 

  Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli.  

 

 

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23


 

  Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon loro dio e per far festa. Dicevano: Sansone nostro nemico».  

 

 

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24


 

  Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: Sansone nostro nemico, che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti dei nostri».  

 

 

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25


 

  Nella gioia del loro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne.  

 

 

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26


 

  Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: «Lasciami pure; fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse».  

 

 

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27


 

  Ora la casa era piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva giochi.  

 

 

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28


 

  Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!».  

 

 

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29


 

  Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra.  

 

 

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30


 

  Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.  

 

 

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31


 

  Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti anni.  

 

 

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Giudici 17

 

 

 

 

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