La Bibbia

Samuele 1 19

Samuele 1

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Capitolo 20

1


 

  Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?».  

 

 

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  Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!».  

 

 

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3


 

  Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte».  

 

 

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4


 

  Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?».  

 

 

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5


 

  Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera.  

 

 

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6


 

  Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia.  

 

 

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7


 

  Se dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua.  

 

 

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8


 

  Mostra la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?».  

 

 

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9


 

  Giònata rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?».  

 

 

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10


 

  Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?».  

 

 

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11


 

  Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna». Uscirono tutti e due nei campi.  

 

 

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12


 

  Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il terzo giorno a quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio,  

 

 

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13


 

  tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre.  

 

 

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14


 

  Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto,  

 

 

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15


 

  non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide,  

 

 

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16


 

  non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide».  

 

 

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17


 

  Giònata volle ancor giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso.  

 

 

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18


 

  Giònata disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata perché si guarderà al tuo posto.  

 

 

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19


 

  Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta.  

 

 

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20


 

  Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio conto.  

 

 

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21


 

  Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le frecce! Se dirò al ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove ti trovi, prendile!, allora vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non ci sarà niente di grave.  

 

 

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22


 

  Se invece dirò al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!, allora và perché il Signore ti fa partire.  

 

 

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23


 

  Riguardo alle parole che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per sempre».  

 

 

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24


 

  Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova e il re sedette a tavola per mangiare.  

 

 

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25


 

  Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di fronte, Abner si sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto.  

 

 

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26


 

  Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo».  

 

 

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27


 

  Ed ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il figlio di Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?».  

 

 

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28


 

  Giònata rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme.  

 

 

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29


 

  Mi ha detto: Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto alla tavola del re».  

 

 

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30


 

  Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: «Figlio d'una donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?  

 

 

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31


 

  Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire».  

 

 

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32


 

  Rispose Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?».  

 

 

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33


 

  Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre.  

 

 

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34


 

  Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide perché suo padre ne violava i diritti.  

 

 

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35


 

  Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per dare le indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo.  

 

 

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36


 

  Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui.  

 

 

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37


 

  Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di te?».  

 

 

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38


 

  Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone.  

 

 

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39


 

  Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la cosa.  

 

 

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40


 

  Allora diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e riportale in città».  

 

 

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41


 

  Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi.  

 

 

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42


 

  Allora Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia discendenza e con la tua discendenza per sempre».  

 

 

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Samuele 1 21

 

 

 

 

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