La Bibbia

Samuele 2 13

Samuele 2

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Capitolo 14

1


 

  Ioab figlio di Zeruià si accorse che il cuore del re era contro Assalonne.  

 

 

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2


 

  Allora mandò a chiamare a Tekòa e fece venire una donna saggia e le disse: «Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto;  

 

 

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3


 

  poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in bocca le parole da dire.  

 

 

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4


 

  La donna di Tekòa andò dunque dal re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiuto, o re!».  

 

 

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5


 

  Il re le disse: «Che hai?». Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova; mio marito è morto.  

 

 

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6


 

  La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra di loro a contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l'altro e l'uccise.  

 

 

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7


 

  Ed ecco tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: consegnaci l'uccisore del fratello, perché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso. Elimineranno così anche l'erede e spegneranno l'ultima scintilla che mi è rimasta e non lasceranno a mio marito né nome, né discendenza sulla terra».  

 

 

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8


 

  Il re disse alla donna: «Và pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo».  

 

 

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9


 

  La donna di Tekòa disse al re: «Re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono sono innocenti».  

 

 

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10


 

  E il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e vedrai che non ti molesterà più».  

 

 

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11


 

  Riprese: «Il re pronunzi il nome del Signore suo Dio perché il vendicatore del sangue non aumenti la disgrazia e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!».  

 

 

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12


 

  Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re mio signore!». Egli rispose: «Parla».  

 

 

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13


 

  Riprese la donna: «Allora perché pensi così contro il popolo di Dio? Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito.  

 

 

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14


 

  Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché il proscritto non sia più bandito lontano da lui.  

 

 

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15


 

  Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: Voglio parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava;  

 

 

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16


 

  il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di quelli che cercano di sopprimere me e mio figlio dalla eredità di Dio».  

 

 

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17


 

  La donna concluse: «La parola del re mio signore conceda la calma. Perché il re mio signore è come un angelo di Dio per distinguere il bene e il male. Il Signore tuo Dio sia con te!».  

 

 

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18


 

  Il re rispose e disse alla donna: «Non tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re mio signore».  

 

 

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19


 

  Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re mio signore, non si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava.  

 

 

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20


 

  Per dare alla cosa un'altra faccia, il tuo servo Ioab ha agito così; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene sulla terra».  

 

 

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21


 

  Allora il re disse a Ioab: «Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; và dunque e fà tornare il giovane Assalonne».  

 

 

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22


 

  Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, re mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto».  

 

 

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23


 

  Ioab dunque si alzò, andò a Ghesùr e condusse Assalonne a Gerusalemme.  

 

 

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24


 

  Ma il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del re.  

 

 

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25


 

  Ora in tutto Israele non vi era uomo che fosse tanto lodato per la sua bellezza quanto Assalonne; dalle piante dei piedi alla cima del capo, non vi era in lui un difetto alcuno.  

 

 

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26


 

  Quando si faceva tagliare i capelli, e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo, egli pesava i suoi capelli e il peso era di duecento sicli a peso del re.  

 

 

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27


 

  Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamàr, che era donna di bell'aspetto.  

 

 

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28


 

  Assalonne abitò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re.  

 

 

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29


 

  Poi Assalonne convocò Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle andare da lui; lo convocò una seconda volta, ma Ioab non volle andare.  

 

 

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30


 

  Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ed appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo.  

 

 

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31


 

  Allora Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?».  

 

 

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32


 

  Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: Perché sono tornato da Ghesùr? Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è in me colpa, mi faccia morire!».  

 

 

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33


 

  Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Assalonne, il quale venne e si prostrò con la faccia a terra davanti a lui; il re baciò Assalonne.  

 

 

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Samuele 2 15

 

 

 

 

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