La Bibbia

Proverbi 29

Proverbi

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Capitolo 30

1


 

  Detti di Agùr figlio di Iakè, da Massa. Dice quest'uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno,  

 

 

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2


 

  perché io sono il più ignorante degli uomini e non ho intelligenza umana;  

 

 

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3


 

  non ho imparato la sapienza e ignoro la scienza del Santo.  

 

 

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4


 

  Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello? Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai?  

 

 

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5


 

  Ogni parola di Dio è appurata; egli è uno scudo per chi ricorre a lui.  

 

 

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6


 

  Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo.  

 

 

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7


 

  Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia:  

 

 

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8


 

  tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza; ma fammi avere il cibo necessario,  

 

 

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9


 

  perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e profani il nome del mio Dio.  

 

 

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10


 

  Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli non ti maledica e tu non ne porti la pena.  

 

 

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11


 

  C'è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre.  

 

 

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12


 

  C'è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua lordura.  

 

 

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13


 

  C'è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose!  

 

 

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14


 

  C'è gente i cui denti sono spade e i cui molari sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e i poveri in mezzo agli uomini.  

 

 

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15


 

  La sanguisuga ha due figlie: «Dammi! Dammi!». Tre cose non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: «Basta!»:  

 

 

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16


 

  gli inferi, il grembo sterile, la terra mai sazia d'acqua e il fuoco che mai dice: «Basta!».  

 

 

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17


 

  L'occhio che guarda con scherno il padre e disprezza l'obbedienza alla madre sia cavato dai corvi della valle e divorato dagli aquilotti.  

 

 

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18


 

  Tre cose mi sono difficili, anzi quattro, che io non comprendo:  

 

 

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19


 

  il sentiero dell'aquila nell'aria, il sentiero del serpente sulla roccia, il sentiero della nave in alto mare, il sentiero dell'uomo in una giovane.  

 

 

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20


 

  Tale è la condotta della donna adultera: mangia e si pulisce la bocca e dice: «Non ho fatto niente di male!».  

 

 

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21


 

  Per tre cose freme la terra, anzi quattro cose non può sopportare:  

 

 

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22


 

  uno schiavo che diventi re, uno stolto che abbia viveri in abbondanza,  

 

 

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23


 

  una donna gia trascurata da tutti che trovi marito e una schiava che prenda il posto della padrona.  

 

 

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24


 

  Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra, eppure sono i più saggi dei saggi:  

 

 

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25


 

  le formiche, popolo senza forza, che si provvedono il cibo durante l'estate;  

 

 

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26


 

  gli iràci, popolo imbelle, ma che hanno la tana sulle rupi;  

 

 

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27


 

  le cavallette, che non hanno un re, eppure marciano tutte insieme schierate;  

 

 

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28


 

  la lucertola, che si può prender con le mani, ma penetra anche nei palazzi dei re.  

 

 

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29


 

  Tre esseri hanno un portamento maestoso, anzi quattro sono eleganti nel camminare:  

 

 

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30


 

  il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno;  

 

 

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31


 

  il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del suo popolo.  

 

 

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32


 

  Se ti sei esaltato per stoltezza e se poi hai riflettuto, mettiti una mano sulla bocca,  

 

 

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33


 

  poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il naso ne esce il sangue, spremendo la collera ne esce la lite.  

 

 

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Proverbi 31

 

 

 

 

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