La Bibbia

Isaia 9

Isaia

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Capitolo 10

1


 

  Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive,  

 

 

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2


 

  per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per spogliare gli orfani.  

 

 

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3


 

  Ma che farete nel giorno del castigo, quando da lontano sopraggiungerà la rovina? A chi ricorrerete per protezione? Dove lascerete la vostra ricchezza?  

 

 

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4


 

  Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri o cadere tra i morti. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.  

 

 

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5


 

  Oh! Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno.  

 

 

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6


 

  Contro una nazione empia io la mando e la comando contro un popolo con cui sono in collera perché lo saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di strada.  

 

 

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7


 

  Essa però non pensa così e così non giudica il suo cuore, ma vuole distruggere e annientare non poche nazioni.  

 

 

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8


 

  Anzi dice: «Forse i miei capi non sono altrettanti re?  

 

 

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9


 

  Forse come Càrchemis non è anche Calne? Come Arpad non è forse Amat? Come Damasco non è forse Samaria?  

 

 

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10


 

  Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli, le cui statue erano più numerose di quelle di Gerusalemme e di Samaria,  

 

 

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11


 

  non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a Gerusalemme e ai suoi simulacri?».  

 

 

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12


 

  Quando il Signore avrà terminato tutta l'opera sua sul monte Sion e a Gerusalemme, punirà l'operato orgoglioso della mente del re di Assiria e ciò di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi.  

 

 

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13


 

  Poiché ha detto: e con la mia sapienza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli e ho saccheggiato i loro tesori, ho abbattuto come un gigante coloro che sedevano sul trono.  

 

 

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14


 

  La mia mano, come in un nido, ha scovato la ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, così ho raccolto tutta la terra; non vi fu battito d'ala, nessuno apriva il becco o pigolava».  

 

 

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15


 

  Può forse vantarsi la scure con chi taglia per suo mezzo o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia? Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna e una verga sollevare ciò che non è di legno!  

 

 

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16


 

  Perciò il Signore, Dio degli eserciti, manderà una peste contro le sue più valide milizie; sotto ciò che è sua gloria arderà un bruciore come bruciore di fuoco; [18b]esso consumerà anima e corpo e sarà come un malato che sta spegnendosi.  

 

 

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17


 

  La luce di Israele diventerà un fuoco, il suo santuario una fiamma; essa divorerà e consumerà rovi e pruni in un giorno, [18a]la magnificenza della sua selva e del suo giardino;  

 

 

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19


 

  il resto degli alberi nella selva si conterà facilmente, persino un ragazzo potrebbe farne il conto.  

 

 

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20


 

  In quel giorno il resto di Israele e i superstiti della casa di Giacobbe non si appoggeranno più su chi li ha percossi, ma si appoggeranno sul Signore, sul Santo di Israele, con lealtà.  

 

 

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21


 

  Tornerà il resto, il resto di Giacobbe, al Dio forte.  

 

 

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22


 

  Poiché anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, solo un suo resto ritornerà; è decretato uno sterminio che farà traboccare la giustizia,  

 

 

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23


 

  poiché un decreto di rovina eseguirà il Signore, Dio degli eserciti, su tutta la regione.  

 

 

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24


 

  Pertanto così dice il Signore, Dio degli eserciti: «Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti percuote con la verga e alza il bastone contro di te come gia l'Egitto.  

 

 

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25


 

  Perché ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li annienterà».  

 

 

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26


 

  Contro di essa il Signore degli eserciti agiterà il flagello, come quando colpì Madian sulla rupe dell'Oreb; alzerà la sua verga sul mare come fece con l'Egitto.  

 

 

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27


 

  In quel giorno sarà tolto il suo fardello dalla tua spalla e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.  

 

 

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28


 

  raggiunge Aiàt, attraversa Migròn, in Micmàs depone il bagaglio.  

 

 

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29


 

  Attraversano il passo; in Gheba si accampano; Rama trema, fugge Gàbaa di Saul.  

 

 

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30


 

  Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm, stà attenta, Làisa, rispondile, Anatòt!  

 

 

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31


 

  Madmenà è in fuga, e alla fuga si danno gli abitanti di Ghebim.  

 

 

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32


 

  Oggi stesso farà sosta a Nob, agiterà la mano verso il monte della figlia di Sion, verso il colle di Gerusalemme.  

 

 

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33


 

  Ecco il Signore, Dio degli eserciti, che strappa i rami con fracasso; le punte più alte sono troncate, le cime sono abbattute.  

 

 

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34


 

  E' reciso con il ferro il folto della selva e il Libano cade con la sua magnificenza.  

 

 

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Isaia 11

 

 

 

 

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