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Sapienza 13

Sapienza

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Capitolo 14

1


 

  Nell'anno centosettantadue il re Demetrio radunò le sue milizie e partì per la Media per raccogliere rinforzi e combattere Trifone.  

 

 

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2


 

  Ma Arsace, re della Persia e della Media, appena seppe che Demetrio era entrato nel suo territorio, mandò uno dei suoi generali per catturarlo vivo.  

 

 

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3


 

  Costui venne, battè l'esercito di Demetrio, lo catturò e lo condusse ad Arsace e questi lo mise in carcere.  

 

 

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4


 

  Ebbe pace la terra di Giuda per tutta la vita di Simone; egli cercò il bene della sua gente e ad essi fu gradito il suo potere e la sua gloria per tutti i suoi giorni.  

 

 

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5


 

  In aggiunta a tutte le sue glorie egli prese Giaffa per farne un porto e aprì un accesso alle isole del mare.  

 

 

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6


 

  Ampliò i confini del suo popolo e riconquistò la regione.  

 

 

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7


 

  Raccolse una turba di prigionieri e s'impadronì di Ghezer, di Bet-Zur e dell'Acra;  

 

 

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8


 

  spazzò via da essa le immondezze, e nessuno gli si oppose. In pace si diedero a coltivare la loro terra; il suolo dava i suoi prodotti e gli alberi della campagna i loro frutti.  

 

 

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9


 

  I vecchi sedevano nelle piazze, tutti s'interessavano al bene i giovani indossavano splendide vesti e armature di guerra.  

 

 

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10


 

  Alle città fornì vettovaglie, e le munì con mezzi di difesa; così divenne celebre il suo nome e la sua gloria fino all'estremità della terra.  

 

 

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11


 

  Fece regnare sul paese la pace e Israele gioì di grande letizia.  

 

 

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12


 

  Ognuno sedeva sotto la sua vite e sotto il suo fico e nessuno incuteva loro timore.  

 

 

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13


 

  Scomparve dal paese chi li avversava e i re andarono in rovina in quei giorni.  

 

 

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14


 

  Confortò tutti i derelitti nel suo popolo; ricercò la legge ed eliminò ogni iniquo e maligno.  

 

 

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15


 

  Diede splendore al tempio e lo rifornì di tutti gli arredi.  

 

 

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16


 

  Si sparse fino a Roma e a Sparta la notizia che era morto Giònata e se ne rattristarono molto.  

 

 

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17


 

  Tuttavia, quando seppero che Simone suo fratello era divenuto sommo sacerdote al suo posto e continuava a mantenere il potere sulla regione e sulle città,  

 

 

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18


 

  scrissero a lui su tavolette di bronzo per rinnovare con lui l'amicizia e l'alleanza che avevano concluso con Giuda e Giònata suoi fratelli.  

 

 

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19


 

  I messaggi furono letti davanti all'adunanza in Gerusalemme.  

 

 

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20


 

  Questa è la copia della lettera che inviarono gli Spartani: anziani, ai sacerdoti e al resto del popolo giudaico, loro fratelli, salute.  

 

 

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21


 

  I messaggeri inviati al nostro popolo ci hanno riferito intorno alla vostra gloria e al vostro onore e noi ci siamo rallegrati per il loro arrivo.  

 

 

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22


 

  Abbiamo registrato le loro dichiarazioni negli atti pubblici, in questi termini: Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, messaggeri dei Giudei, sono giunti presso di noi per rinnovare l'amicizia con noi.  

 

 

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23


 

  E' piaciuto al popolo di ricevere questi uomini con ogni onore e di inserire il testo del loro discorso nei registri a disposizione del pubblico, perché il popolo degli Spartani ne mantenga il ricordo».  

 

 

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24


 

  Successivamente Simone mandò a Roma Numenio con un grande scudo d'oro, del peso di mille mine, per concludere l'alleanza con loro.  

 

 

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25


 

  Quando il popolo seppe queste cose, disse: «Quale contraccambio daremo a Simone e ai suoi figli?  

 

 

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26


 

  Egli infatti e i suoi fratelli e la casa di suo padre sono stati saldi e hanno scacciato da sé con le armi i nemici d'Israele e hanno assicurato la libertà». Poi fecero un'iscrizione su tavole di bronzo, che furono poste su colonne sul monte Sion.  

 

 

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27


 

  Questo è il testo dell'iscrizione: Simone sommo sacerdote, in Asaramel,  

 

 

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28


 

  nella grande assemblea dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli anziani della regione ci è stato reso noto:  

 

 

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29


 

  Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, e arrecarono gloria grande al loro popolo.  

 

 

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30


 

  Giònata riunì la sua nazione e ne divenne il sommo sacerdote, poi andò a raggiungere i suoi antenati.  

 

 

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31


 

  I loro nemici vollero invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario.  

 

 

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32


 

  Simone allora si oppose e si battè per il suo popolo e spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e assegnare loro un salario.  

 

 

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33


 

  Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Zur nel territorio della Giudea, dove prima c'era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei.  

 

 

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34


 

  Fortificò Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Asdòd, nelle quali prima risiedevano i nemici, e vi impiantò i Giudei e provvide in esse quanto era necessario al loro sostentamento.  

 

 

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35


 

  Il popolo ammirò la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare al suo popolo; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservate al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare la sua gente.  

 

 

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36


 

  Nei suoi giorni si riuscì felicemente per mezzo suo a scacciare dal loro paese i pagani e quelli che erano nella città di Davide e in Gerusalemme, che si erano edificati l'Acra e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità.  

 

 

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37


 

  Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la purità della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme.  

 

 

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38


 

  Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio;  

 

 

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39


 

  lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori.  

 

 

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40


 

  Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore;  

 

 

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41


 

  che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché sorgesse un profeta fedele,  

 

 

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42


 

  che fosse loro comandante militare e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai loro lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze;  

 

 

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43


 

  che, prendendosi cura del santuario, fosse da tutti obbedito; che scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d'oro;  

 

 

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44


 

  né doveva essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia aurea;  

 

 

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45


 

  chiunque agisse contro questi decreti o ne respingesse alcuno, fosse ritenuto colpevole.  

 

 

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46


 

  Piacque a tutto il popolo sancire che Simone si comportasse secondo questi decreti.  

 

 

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47


 

  Simone da parte sua accettò e gradì di esercitare il sommo sacerdozio, di essere anche stratega ed etnarca dei Giudei e dei sacerdoti e capo di tutti».  

 

 

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48


 

  Disposero che questa iscrizione fosse riportata su tavole di bronzo da collocarsi nel recinto del santuario in luogo visibile  

 

 

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49


 

  e che se ne depositasse copia nel tesoro, perché fosse a disposizione di Simone e dei suoi figli.  

 

 

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Sapienza 15

 

 

 

 

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